martes, 10 de febrero de 2009

È una favola la cucina da piccoli


Pare un bollettino di guerra! In realtà, fra inchieste allarmate e statistiche non provate con cifre da capogiro circa bambini e bambine sull’orlo di anoressia, bulimia, vomito autoindotto, e via dicendo, non ci resta che guardarsi meglio intorno e convenire col socratico Winnicott che «per fortuna la maggioranza dei bambini non soffre di disturbi alimentari!» E diciamo pure, da subito, che i bambini non si «alimentano» bensì mangiano, perché mangiare è una parola saporita, piena di rimandi sentimentali e senza ipocrisia: esattamente come sono i bambini. È vero però che da sempre ci sono i bambini mangioni, oppure quelli inappetenti, come pure quelli schizzinosi o quelli che mangiano senza farci caso, o ancora i bambini che si strappano i capelli di fronte a una foglia di insalata e quelli che serrano la bocca di fronte al burghul o alla pasta «in rosso». E vero rimane che i genitori, in bilico fra il desiderio di ingozzarli come oche di Strasburgo e di obbedire ai moderni dettami della snellezza-glamour, e soprattutto intrisi di una cultura consumistica che ha reificato il cibo a ulteriore merce di scambio affettivo, continuano a dimenarsi fra gli annosi quesiti di come sfamare i propri figli senza ingrassarli, nutrirli senza stressarli e prevenire nasi arricciati.FROLLA E SFOGLIACondividere allora l’arte del cucinare, divertirsi a mescolare con le mani, spianare, dar forme alla frolla o alla sfoglia, tramandare le ricette di casa, aprirsi grazie a cibi esotici ad altre terre e culture, rivalutare in tempi di dura «crisi» la misura, la sobrietà, l’oculatezza di una cucina che gioca a far polpette con gli «avanzi», sono alcuni dei nuovi imperativi pedagogici per tanti genitori seguaci di Pellegrino Artusi!Ma soprattutto - sostiene Roberta Schira nel suo delizioso Cucinoterapia (Salani, pp.123, euro 11) - sarà bazzicando la cucina, fra mestoli, casseruole, frullini e fantasia, che i bambini vivranno l’alchimia della trasformazione della materia alimentare attraverso uno stare insieme un po’ magico, e acquisiranno ricordi sensoriali indelebili. Dalle madeleine di Proust al ratatouille del cupo Ego, nel cartone di Brad Bird (Ratatouille), molte altre esperienze raccontano di un cibo che consola e rassicura, di un cibo che sa di casa, di infanzia e di coccole, di mamma e di nonna. Il proprio comfort food, lo appellano gli americani, la giusta strada per trovare il «cibo dell’anima».Di sicuro, poi, scoprire storie e eroi sotto i coperchi è un’attività gradita: Kim (di Kipling) riempiva la ciotola con sughi di molte etnie e condiva il riso con salse di varie religioni, mentre Tom e i suoi amici (di Gozzano), partiti per diventare pirati, si trasformarono ben presto in cuochi, comprendendo che la vera liberazione dalle zie e dalle mamme non consisteva nello scambiarsi finte sciabolate, ma nel friggere uova e prosciutto in padelle veritiere! Armeggiare in cucina, dunque, studiare l’algebra o la geografia fra un battuto di cipolle e la ripulitura a dita della ciotola di crema, sono impagabili «momenti d’essere».Perché l’atto stesso del mangiare è un fitto crocevia in cui convergono sensazioni ed emozioni del corpo, della mente e del cuore, che non si possono ridurre a semplici formule nutrizionali, spiega in maniera allegra e convincente Patrizia Bollo nel suo Mangiagiocando (Salani, pp.159, euro 11). Avviare i bambini a un rapporto sano e gustoso col cibo, parte proprio da lì dalla cucina, giocando e divertendosi in quel laboratorio casalingo che oggigiorno, in verità, è spesso invaso da prodotti pre-cucinati o da tristissimi cibi salutisti, funzionali solo a evitare il rischio di ammalarsi!PROFUMIUrgente diviene ritrovare l’aroma del sugo che si diffonde dal tegame, risvegliare ai sensi il gusto della vita, mangiare anche una semplice mela come una nuova esaltante esperienza estetica: toccandola, annusandola, assaporandola. Col cibo si può, parafrasando Calvino, costruire un sogno senza rifugiarsi nell’evasione, perché è di un impegno fattivo che comunque si parla. Prova ne siano i profumati e succulenti laboratori di cucina su muffins, pane, brioches e torte decorate in programma all’edizione Minimondi 2009 (Parma 14 febbraio-8 marzo, www.minimondi.it). Imperdibili.

di Manuela Trinci

No hay comentarios: