domingo, 30 de mayo de 2010

Biennale Danza 2010: “Ossigeno”, piedi fasciati e “belle figure”

«Oxygen», ossigeno dà il via alla Biennale Danza. Come da tradizione, ormai, il battesimo del Festival viene impartito dal suo direttore, Ismael Ivo, che apre il sipario con i giovani talenti dell’Arsenale. Ventidue giovani scelti e addestrati nel cuore della Biennale nel segno del contemporaneo. Pronti a tendere muscoli e carne in una drammaturgia di corpo e respiro. Bianco-velata, ondeggiante sulla musica rarefatta di Arvo Part (dal vivo, con l’Orchestra di Padova e del Veneto diretta da Maffeo Scarpis), a sequenze alternate. Un assaggio della giovane generazione di danzatori in crescita, più che un’opera vera e propria. Un preludio a quello che è invece il vero focus della Biennale 2010, concentrato sulla danza canadese (e sull’Australia nella seconda parte).
Il primo artista canadese a scendere in palco, in realtà è cinese: Wen Wei Wang. Ma da anni risiede a Vancouver dove ha fondato la sua compagnia.

Danza occidentalizzata la sua, con la quale ripescare tracce di memoria cinesi. “Unbound” si ispira alla crudele tradizione di fasciare i piedi delle bambine cinesi per impedirne la crescita. Il piede-bonsai concedeva un’andatura ondulata agli occhi degli astanti (e atroci dolori a coloro che ve ne erano state costrette). Wen Wei trasforma quell’immaginario in un catalogo di passerelle per umani - uomini e donne - intenti a scalare vertiginose scarpe rosse, che incedono nello spazio intrecciando relazioni incerte con l’altro. Districandosi in trii ambigui (coreograficamente molto ben costruiti) e assoli sgomenti. Troppo laccato per essere drammatico, “Unbound” si staglia nel buio con l’interessante mosaico di luci di James Proudfoot. Una selva di corpi dove non ci si perde d’emozione.

Il secondo appuntamento con il Canada è con Les Grands Ballets Canadiens de Montréal. VIDEO Compagnia di vetrina, e di gran lustro, è diretta con mano elegante dal macedone Gradimir Pankov, nel segno di un contemporaneo che sa già di classico. Per esempio, quando prende in prestito il repertorio di Jiri Kylian. “Bella figura”, ispirata all’armonia dell’arte italiana, accende la serata di squarci di bellezza mozzafiato. La coreografia risale al 1995 ma solo anagraficamente: è un fuoco di invenzioni coreografiche, un’allegria di scherzi di danza. Impeccabile nel disegno, musicalissima nella sua tessitura, piena di sorprese. Un capolavoro.

Cade, invece, nell’irresistibile attrazione da capolavoro, il belga Stijn Celis, che firma una nuova (2009) versione de “Le Sacre du Printemps”. Da quando, nel lontano 1913, l’iconoclastico balletto di Nijinskij e la “barbarica” musica di Stravinsky sconvolsero le platee di Parigi, qualche coreografo si prende la briga di rivisitarlo. Celis ha buone doti, ma non ha un’ispirazione pari a quella di Mats Ek nel ri-creare una Giselle contemporanea, né la felice inventiva di Matthew Bourne e del suo “Lago dei cigni”. Così Celis resta solo offuscato dalla memoria dell’originale (e di versioni più forti ed efficaci), nonostante abbia il raro talento di amministrare le masse dei ballerini. Il suo “Sacre” ridimensiona un rito tribale e feroce a scossoni emotivi di ragazzi e ragazze. Riti del quotidiano, cerimonie di transito dal gruppo alla coppia, dall’individuo alla massa. Qualche freschezza, poco dramma.
Svettante la compagnia, affiatata, piena di ottimi elementi, in grado di virare dal gesto apparentemente informale alla stilizzazione elegante. Una meraviglia.

Rossella Battisti

sábado, 22 de mayo de 2010

Giuseppe Tornatore ha presieduto la giuria del Campiello

Campiello, pure Lerner in cinquina Unanimità della Giuria su Pennacchi

per "Canale Mussolini"


Tornatore: "Anno entusiasmante"



La giuria dei letterati ha scelto oggi la cinquina della XLVIII edizione del Premio Campiello, con il risultato mai visto prima dell’unanimità - 11 voti su 11 giurati - per l’opera "Canale Mussolini" di Antonio Pennacchi edito da Mondadori.
Nella cinquina sono rientrati anche "Scintille" di Gad Lerner (Feltrinelli),
"Le perfezioni provvisorie" di Gianrico Carofiglio (Sellerio),
"Milano è una selva oscura" di Laura Pariani (Einaudi)
e "Accabadora" di Michela Murgia (Einaudi). "Acciaio" di Silvia Avallone edito da Rizzoli è stato selezionato come opera prima.

«È stata un’annata entusiasmante, di grande energia creativa» ha detto il regista Giuseppe Tornatore dopo la selezione della cinquina del Campiello. «Ha vinto la fiducia nella scrittura come strumento di recupero e riconquista del nostro passato in funzione di una più profonda consapevolezza del presente e soprattutto del nostro futuro». Per Tornatore, «oltre ai cinque racconti entrati in cinquina, ci sono tantissime altre opere veramente straordinarie, tant’è che avevo provocatoriamente proposto alla Fondazione, di passare, quest’anno, ad una decina». «Molti libri straordinari sono rimasti fuori - ha aggiunto - molti di questi si prestano ad una trasposizione cinematografica».

Il regista ha espresso soddisfazione per il fatto che la selezione sia uscita subito, senza «quella sorta di baruffa pubblica che nasce quando una giuria non è d’accordo». Di "Canale Mussolini" di Pennacchi, che ha ricevuto 11 voti su 11 giurati, Tornatore ha detto che «è un’opera importantissima: un grande romanzo epico, un grande racconto di cronaca storica e anche un saggio antropologico, tutto tessuto con la stessa tensione». «Sono contento che tutta la giuria l’abbia segnalato - ha concluso - se lo merita».

Quanto ad "Acciaio" di Silvia Avallone, per Tornatore «è un romanzo di molteplici transizioni che vanno dall’Italia tradizionale alla moderna, dal proletariato alla borghesia, dalla gregarietà femminile all’emancipazione, dall’adolescenza alla giovinezza».

jueves, 20 de mayo de 2010

Parigi, furto d'arte da 500 milioni Rubati quadri di Picasso e Matisse

Ladri al museo di arte moderna Sottratti cinque capolavori Per entrare nei locali è bastato rompere un vetro Non è manco scattato l'allarme: il colpaccio scoperto stamane
PARIGI

Cinque capolavori sono stati rubati dal museo nazionale di arte moderna di Parigi, nel 16° arrondissement. I quadri trafugati sono firmati da grandi maestri della pittura mondiale: tele di Picasso, Matisse, Modigliani, Braque e Leger. Da capogiro il valore complessivo del bottino, che la polizia stima in 500 milioni di euro. La Brigata repressione del banditismo (Brb) è stata incaricata delle indagini.

Il quadro di Modigliani rubato stanotte nel clamoroso furto a Parigi è "Donna con ventaglio". Nelle mani dei ladri anche "Le pigeon aux petits pois" di Pablo Picasso, "La pastorale" di Henri Matisse, "L’Olivier pres de l’Estaque" di Georges Braque e "Natura morta con candelabri" di Fernand Leger. Pare si sia trattato di un banale furto con scasso, scoperto per di più solo stamane alle 7: evidentemente non c'era manco un allarme. Per accedere all’interno dei locali i ladri hanno rotto un vetro e tagliato un lucchetto che chiudeva una grata.

«È stupido rubare quadri così, si tratta di imbecilli e basta» è il commento di Pierre Cornette de Saint-Cyr. E' il commissario delle esposizioni del Palais de Tokyo, l’edificio parigino destinato all’arte contemporanea in cui sorge il Museo d’Arte Moderna della Città di Parigi che ha subito il furto di stanotte. «Con quadri del genere non ci si può fare niente - ha detto Cornette de Saint-Cyr -: tutti sono già al corrente, i siti Internet sono pieni di notizie e immagini. Nessuno può pensare di vendere questi quadri, per questo dico che è stupido rubarli. A meno che non si voglia fare un ricatto alle assicurazioni. Ma io sono convinto che li ritroveremo. Con quadri del genere è così: è successo anche con L’Urlo di Munch».

I furti di quadri di grandi maestri avvengono regolarmente, sottolineano i media francesi, ricordando che nel dicembre scorso era stato rubato un Degas dal Museo Cantini di Marsiglia, mentre a gennaio avevano preso il volo, da una proprietà di La Cadière d’Azur nella regione di Var, una trentina di opere, tra le quali anche un Picasso.

viernes, 7 de mayo de 2010

Michele Rak: «Gialli e noir non valgono più. Ora ci sono Murder e Pseudocronie»

Genius Loci, indagine sul Fantastico
di Roberto Arduinitutti gli articoli dell'autore Un convegno all'università Tor Vergata di Roma ridefinisce i confini della letteratura di genere. Ne esplora vizi e virtù, ne spiega l'utilizzo da parte della tv, ma soprattutto, testimonia come si tratti dei libri più letti in Italia.

Le altre relazioni
Letteratura di genere è viva e in espansione. Anzi, no. C'è il boom soltanto di alcuni generi, come il “giallo” e il “rosa”. Ancora meglio, non ci sono più cortili, niente recisioni, ma solo contaminazioni e soprattutto elementi dominanti. Insomma, i non ci sono più i generi, ma solo diverse tipologie di pubblico, i “target” a cui puntano le case editrici. Se ne è parlato, e molto approfonditamente, al convegno “Genius Loci 2010. Il genere a Roma oggi: il Giallo e il Nero, la Fantascienza e il Fantastico nella produzione multimediale”, organizzato nella facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Roma Tor Vergata. Divisa in due sessioni, una più teorica, l'altra più pratica, con la presenza di molti scrittori, riuniti da Massimo Mongai, il convegno ha presentato molte novità. La prima è proprio questa: non esistono più i generi. O meglio, si stanno evolvendo in nuove categorie.

Si è trattato di una sessione dedicata tutta al mondo del libro in Italia, che ha restituito un quadro piuttosto completo della situazione, dai dati sulla lettura al mercato editoriale, dalla definizione dei romanzi fino agli adattamenti letterari per la televisione. Motore ispiratore degli studi è stato l'Osservatorio permanente europeo sulla lettura dell'Università di Siena, diretto da Michele Rak, che da anni si impegna a diffondere dati reali sulla lettura, sui cambiamenti di un mondo come quello dei libri che è in continua evoluzione, soggetta anche a “mutazioni genetiche”, come il rapporto che ha con altre finzioni, il cinema, la radio, internet e la televisione.

Proprio a quest'ultima è stato dedicato lo studio di Walter Ingrassia sulle “Quantità, generi e tendenze dell’adattamento letterario per la televisione”. Si scopre così che, da circa dieci anni a questa parte, le tv generaliste hanno pescato a piene mani dalla letteratura di genere. Soprattutto, la Rai si è impegnata in questo senso, privilegiando soprattutto storie tratte da libri “giallo-noir”, ma anche le reti private si sono date da fare, tanto che negli ultimi anni anche la piattaforma satellitare Sky ha iniziato a produrre fiction in proprio, traendola da recenti romanzi di scrittori italiani.

Se la tv si è accorta della letteratura di genere, ancor di più e ancora prima hanno fatto i lettori. Tutti questi generi, definiti per anni “sottogeneri”, visti con una certa diffidenza degli ambienti intellettuali, rappresentano oggi la maggior parte delle letture del pubblico italiano (solo i lettori di gialli e noir rappresentano il 27% di quelli totali) e vantano un pubblico di fedelissimi che comprano fino a 20 libri l'anno contro i 3 circa di media delle altre categorie. Per non parlare del genere definito “rosa”, che rappresenta un unicum del panorama italiano.

«Si tratta di lettori abbastanza trasversali», spiega Francesca Vannucchi, docente di Sociologia della comunicazione culturale, nel suo intervento sulla “Circolazione in rete della letteratura. Usi e consumi”. «Soprattutto per gialli e noir ormai si tratta di lettori che sono sia uomini che donne, di tutte le fasce d'età, sia giovani che anziani, che anzi rappresentano un bacino di fedelissimi». Il dato ancor più interessante è poi scoprire che questo tipo di lettori non legge solo letteratura di genere. «Sì, i lettori che amano questi generi sono anche forti consumatori di narrativa italiana e straniera, e questo anche riabilita le letteratura di genere, considerata un tempo “di serie b”». Seguendo Vannucchi si vede come i generi Fantasy e horror appassionano soprattutto lettori adolescenti, che però leggono tranquillamente fantascienza, noir e gialli senza interruzione, e rappresentano il 4,8% dei lettori totali. Sono lettori interessati anche al mondo delle nuove tecnologie e ai nuovi linguaggi. Sono inoltre molto aumentati nel corso degli ultimi dieci anni.

La “letteratura rosa” è un caso particolare, ma molto interessante. Pur essendo appena il 6% dei lettori totali, sono soprattutto donne, giovani e anziane, che leggono anche diversi libri al mese, oltre i venti libri l'anno. «Anche tra loro c'è un grande interesse per la narrativa italiana e straniera. Non ci sono preclusioni», conclude Vannucchi.