sábado, 3 de abril de 2010

Il fiume Reno ha 90 km di meno...

Non è stato un errore di misurazione.

Molto più semplicemente, a quanto pare, si è trattato di uno scambio di cifre.

Per quasi un secolo libri ed enciclopedie tedesche hanno riportato un dato sbagliato. Generazioni e generazioni di studenti hanno imparato a scuola che il Reno, uno dei maggiori fiumi d’Europa, che nasce in Svizzera, sfocia in Olanda e attraversa tutta la Germania, è lungo 1.320 chilometri. Ma è un errore. Un biologo dell’università di Colonia ha rivelato la scorsa settimana che il fiume è più corto di 90 chilometri: è lungo 1.230 km, come lo riportavano fonti più vecchie di 100 anni.

Una banale svista nella trascrizione sembra essere all’origine della cantonata del secolo. Prima dei computer, infatti, erano i contabili e i ragionieri che dovevano sommare a mano lunghe colonne di numeri e verificarne più volte l’esattezza. Sebbene si servissero talora di una calcolatrice, spesso accadeva che al secondo controllo la somma non corrispondesse. Un buon ragioniere lo sa. La principale causa di errore è abbastanza ricorrente: si tratta di uno scambio di cifre. I tedeschi poi, hanno la mente particolarmente allenata a questo tipo di scambi. La lingua stessa lo impone. Basta pensare che i numeri si leggono al contrario. Per dire, per esempio, «trentanove», si dice «nove e trenta».

Sempre uno scambio di cifre è stato, in tempi più recenti, all’origine di quella che è conosciuta come la versione tedesca della «Pizza Connection». Nel 2003 Michel Friedman, un popolare conduttore televisivo, era finito in un grande scandalo di traffico di droga per un errore banale del suo studio legale che nel momento di mandare documenti altamente riservati via fax aveva sbagliato a comporre il numero. Le informazioni segrete erano finite nel retrobottega di un panettiere scaltro, che le aveva vendute al quotidiano sensazionalista Bild. Ed è con questo schema, in un momento imprecisato nel passato, che fra gli 80 e i 100 anni fa qualcuno ha commesso un errore di trascrizione, chissà se accompagnato da un lapsus o da una mania di grandezza: i 1.230 chilometri sono saliti a 1.320.

L’errore è stato scoperto la scorsa settimana dal biologo Bruno Kremer, dell’Università di Colonia. L’esperto stava facendo uno studio su quello che rappresenta il più navigabile dei fiumi tedeschi, quando si è scontrato con dati discordanti. «Mi sono accorto che nelle pubblicazioni dell’inizio Novecento il Reno veniva citato con una lunghezza inferiore di quella di adesso, 1.230 chilometri appunto, quando invece tutte le enciclopedie moderne e i dati del Governo attuali riportavano 1.320», ha spiegato Kremer al quotidiano Süddeutsche Zeitung. «Sono andato avanti con le ricerche e ho raccolto in tutto una cinquantina di fonti sulla lunghezza del fiume. Si dividevano esattamente su queste due posizioni. La discordanza non mi dava pace. Decisi di trovare la ragione». Per uscire dal dubbio, Kremer è andato alla radice del problema e ha rimisurato il corso del fiume. Ha fissato il «punto zero», nella città di Costanza, che coincide con l’inizio del fiume nel territorio tedesco. Ha poi misurato l’estensione fino a Hoeck von Holland, la località in cui il Reno sfocia nel Mare del Nord. La misurazione di questo tratto ha dato come risultato 1.032 chilometri. Successivamente, ha aggiunto l’estensione del lago di Costanza e, infine, la parte svizzera del fiume. Il risultato è stato di 1233 chilometri. «Abbiamo raffinato i calcoli e siamo arrivati in un secondo momento a 1.232», ha spiegato Ankie Pannekoek, portavoce del dipartimento idrico del governo olandese. «Anche noi nelle nostre pubblicazioni riportiamo il numero 1320, nonostante abbiamo sempre avuto un dubbio», ha aggiunto Alfred Hommes, portavoce dell’istituto federale di idrologia tedesco. In questo mese la commissione di idrologia dell’area del Reno si riunirà per controllare nuovamente l’estensione reale del fiume. «Se sarà necessario, faremo una correzione ufficiale», ha assicurato Hommes. Ora è il momento di cercare l’origine del problema. Mentre sarà difficile arrivare a un diretto responsabile, si può circoscrivere un periodo storico e delineare un prima e un dopo.

Secondo la Süddeutsche Zeitung, la cifra errata compare per la prima volta negli anni ’30. Le edizioni dell’enciclopedia Brockhaus del 1903, della Herder del 1907 e della Meyer del 1909 attestano infatti la cifra di 1.230. Invece l’enciclopedia Knaur del 1932 riporta, forse per la prima volta, la lunghezza sbagliata di 1.320. Nella Brockhaus, l’errore appare per prima volta nel 1933 e si ripete in tutte le edizioni fino ad oggi. L’ipotesi dell’inversione delle cifre sembra essere la più probabile, perché mentre l’errore sulla lunghezza è stato tramandato e ripetuto infinite volte (in tutti i siti italiani figurano 1.320 chilometri) i valori parziali (vale a dire la misura del tratto svizzero e quella del tratto tedesco) vengono spesso riportati correttamente. Il museo del Reno ha già proceduto a modificare la cifra. L’enciclopedia Brockhaus ha assicurato che lo farà nella prossima edizione e dopo i nuovi accertamenti. Anche tutti i libri scolastici dovranno cambiare: in classe insegnanti e ragazzi dovranno accontentarsi della misura più bassa. Laura Lucchini

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